UN'ALTRA BELLA LEZIONE
Ogni giorno di più il re è nudo, ma proprio chi si vanta di averlo sempre detto viene oggi regolarmente sorpreso e travolto dalla realtà.
Non si vive di rendita. Quelli che nel secolo trascorso avevano espresso una sana cultura antidemocratica e una critica politica di livelli eccezionali, non solo socioeconomici ma metafisici, non ci sono più. Gli asinelli di oggi si sono fatti carico delle reliquie, ma queste ultime sono più un peso che un gonfalone. Fin tanto che i loro portatori prendono complottisticamente a prestito le dietrologie profonde e ammiccano, spacciandosi per possessori delle verità “esoteriche” (di superficie), hanno facile gioco. Quando però il potere cambia passo e tono, dando teoricamente ragione a chi lo aveva additato in una certa maniera, è proprio costui che crolla, nei nervi e nelle prospettive.
Perché, in fin dei conti, la critica di oggi con quella di ieri ha poco a che fare, ma è invece una pulsione nevorotica di perdenti culturali, economici ed esistenziali.
In questo risiede il vizio di fondo della destra terminale dei nostri giorni, ragion per cui proprio quando la realtà sta dando ragione ai suoi presupposti, essa va alla deriva e naufraga, perché di quegli stessi presupposti aveva capito più niente che poco.
La Corte Suprema ha fatto marameo
Questo difetto di fabbrica è una costante nei lidi terminali che si credono radicali; lo è su tutti gli argomenti e tutte le dinamiche.
L'ultima lezione cocente, i destroterminali, l'hanno ricevuta dagli Stati Uniti.
Erano certissimi che l'evidenza dei brogli elettorali e la maggioranza trumpiana tra i giudici della Corte Suprema avrebbero decretato la vittoria di Trump e addirittura la carcerazione di Biden.
Contro chi scandagliava il possibile futuro della nuova amministrazione americana reagivano scandalizzati: “ma come, non lo sai? È Trump che ha vinto, gli altri finiranno in galera!”.
Inutile cercare di spiegare loro che il broglio è struttura portante della democrazia, che contano i poteri reali ben più di quelli formali e che era assai improbabile che la prima Superpotenza si mettesse in una condizione di estrema fragilità, sotto accusa al cospetto del mondo.
Impensabile, salvo a credere davvero nell'inganno che si denomina democrazia.
Ma ci cerdono!
Nella destra terminale esiste un dogma bicefalo e paradossale che recita così: “il potere è troppo forte, non si può fare niente contro di 'loro'.” Ma subito dopo: “Il volere popolare e l'opinione pubblica rovesceranno il potere con la maggioranza, in piazza o nelle urne”. Una somma di opposti concetti incapacitanti che alla fin fine attestano problemi clinici e niente altro.
Trip
Non voglio entrare nel merito di Trump, del fatto che sia comunque più simpatico dei suoi avversari e che i suoi fans siano migliori dei fans nemici. Ci sta, anche se per me la cosa più interessante è la sua disastrosa politica estera che avrebbe dovuto proseguire, molto più della positiva politica interna della quale nulla mi cale perché non solo non sono americano ma nulla ho né voglio avere a che fare con coloro che hanno distrutto la civiltà e compiuto le peggiori nefandezze nel mondo.
L'importante oggi è l'ennesima secchiata di acqua gelata che hanno ricevuto in piena faccia quelli che della dietrologia hanno una visione pietrificata, e della democrazia una visione idilliaca. Quelli che delegano sempre le proprie speranze a condottieri altrui e a popoli altrui.
E che con il reale hanno lo stesso identico rapporto dei NoMask e degli UltraVax rispetto all'epidemia.
Ci sentiamo al prossimo trip!
Gabriele Adinolfi
Fonte: https://www.kulturaeuropa.eu/2020/12/16/unaltra-bella-lezione