Emmerson Blaisel
Il nome Emmerson è di origine inglese e deriva dal cognome "Emerson", che a sua volta proviene da un nome personale germanico composto da due elementi:
- Emery, che significa "potente" o "coraggioso", derivato da "Emmerich", nome germanico che significa "sovrano del lavoro" o "re del lavoro".
- -son, che significa "figlio di".
Quindi, Emmerson può essere interpretato come "figlio di Emery" o "figlio del potente". È un nome tradizionalmente maschile, anche se in tempi moderni è stato utilizzato anche come nome femminile.
Nemesi è la dea greca della giustizia retributiva, del destino e della vendetta. Rappresenta l'equilibrio molare e viene considerata la personificazione della giustizia inesorabile, infliggendo punizioni a chi si comportava in modo ingiusto o superbo. Nemesi assicurava che chi si innalzava troppo cadesse, preservando l'equilibrio dell'ordine cosmico.
Luogo di origine: Raleigh, North Carolina (USA)
Livello Conoscenza Mitologica: F
1. Manipolazione del destino: ha una lieve capacità di influenzare il destino di chi ha commesso ingiustizie, bilanciando la fortuna o la sfortuna. Chi ha compiuto atti di arroganza o eccesso subisca conseguenze o incidenti inattesi, pur non esageratamente grave.
2. Punizione retributiva: Può infliggere punizioni immediate a chi ha violato un equilibrio morale, spesso proporzionate all'offesa o al crimine. Questo potere si manifesta con la capacità di riflettere il danno ricevuto verso l'aggressore o amplificarne le conseguenze.
3. Giudizio divino: Il figlio di Nemesi potrebbe avere una sensibilità acuta per la giustizia e l'ingiustizia, avendo la capacità di "vedere" le colpe nascoste.
Debolezze: è parzialmente sordo, ma odia farlo sapere alle persone delle quali non si fida.
Filosofia di vita: Tutto deve essere bilanciato. Ogni azione, positiva o negativa, deve ricevere una conseguenza equa.
Emmerson è una persona estremamente razionale e logica, con una mente strategica che pianifica a lungo termine. È costantemente alla ricerca di modi per correggere gli squilibri, sia a livello personale che sociale, e si concentra su obiettivi come il ristabilimento della giustizia o la punizione di chi è arrogante. Non agisce mai d'impulso, ma riflette attentamente sulle sue decisioni, confidando nel suo giudizio e nelle sue capacità analitiche. Questo lo rende determinato e concentrato sui suoi obiettivi, mantenendo un atteggiamento oggettivo, non influenzato dalle emozioni.
Tende a essere riservato e difficile da capire, evitando di condividere facilmente i propri sentimenti o pensieri. Questa distanza emotiva è accentuata dal fatto che nasconde la sua sordità, considerandola una debolezza che preferisce non mostrare agli altri. Si sente più a suo agio nel riflettere e osservare profondamente il mondo piuttosto che impegnarsi in conversazioni superficiali. Il suo silenzio può essere interpretato come arroganza o indifferenza, ma in realtà è una persona molto attenta a ciò che accade intorno a lui.
Il fatto che nasconda la sua sordità suggerisce che Emmerson è molto protettivo verso le proprie fragilità, temendo di essere percepito come vulnerabile o meno capace se gli altri scoprissero il suo segreto. Questa vulnerabilità lo spinge a essere molto autosufficiente e a isolarsi emotivamente, convinto che non possa fare affidamento sugli altri per paura di essere giudicato o trattato con pietà. La sordità influisce anche sul suo modo di comunicare, facendolo apparire ancora più distante e difficile da comprendere, ma dietro questa facciata si cela una persona consapevole e riflessiva.
Emmerson ha un forte senso di giustizia, ma non agisce mai per vendetta personale. Le sue azioni sono sempre guidate dalla logica, non dall'ira, il che lo rende implacabile e spietato quando necessario, ma sempre giusto. Non perdona facilmente, ma non perché voglia infliggere dolore, bensì perché crede che l'equilibrio debba essere ristabilito.
Come perfezionista, Emmerson crede che ci sia un modo corretto di fare le cose e si aspetta lo stesso livello di eccellenza dagli altri. Non accetta mediocrità, né in sé né negli altri, e questo lo spinge a preferire l'autonomia, svolgendo i compiti da solo piuttosto che rischiare di essere deluso da qualcuno. Il suo bisogno di controllo lo rende difficile da collaborare, poiché non ama delegare e fatica a fidarsi degli altri.
Infine, il desiderio di nascondere la sua sordità e la sua natura introversa lo portano a un certo isolamento sociale. Emmerson lotta nel creare relazioni intime o profonde, sia per la paura di essere scoperto, sia perché è convinto che pochi possano davvero capirlo. Sebbene sia autosufficiente, questo isolamento potrebbe essere una fonte di dolore nascosto, un peso che preferisce non mostrare agli altri, continuando a portare avanti la sua missione di giustizia in solitudine.
Backstory: Emmerson è nato da una relazione tra Nemesi, la dea greca della vendetta e della giustizia retributiva, e Theodore Blaisel, giudice della corte internazionale.. Crescendo in un ambiente in cui l’idea di giusto e sbagliato era assoluta, Emmerson imparò fin da giovane l’importanza dell’equilibrio e delle conseguenze delle azioni. Suo padre non era una figura affettuosa, ma una persona severa, che lo educò con il principio che chiunque violasse l'ordine dovesse essere punito.
Durante l’infanzia, Emmerson non era consapevole della sua natura divina. Tuttavia, mostrava già una propensione a isolarsi dagli altri, preferendo osservare piuttosto che partecipare. Intorno ai sei anni, iniziò a perdere gradualmente l’udito, un trauma che lo colpì profondamente. Sentiva che gli altri lo vedevano come “diverso” e questo cominciò a sviluppare in lui una forma di rabbia nascosta. Per timore di essere considerato debole, imparò presto a nascondere la sua sordità. Col tempo, divenne abilissimo a mascherare il suo deficit uditivo, affinando il suo acume osservativo e leggendo il linguaggio del corpo per compensare ciò che non riusciva a sentire.
Questa situazione lo portò a sentirsi sempre più distante dagli altri bambini. La paura di essere compatito o trattato diversamente lo spinse a isolarsi e a costruire una barriera emotiva tra sé e gli altri. A scuola, Emmerson era eccellente in tutto ciò che richiedeva logica e strategia, ma evitava il più possibile le interazioni sociali. La sua sordità divenne una vulnerabilità che lo fece sentire fragile, una debolezza che doveva a tutti i costi nascondere.
Durante l’adolescenza, in seguito alla morte del padre, che venne investito in un incidente d'auto da un guidatore ubriaco, Emmerson cominciò a manifestare i suoi poteri divini. Inizialmente, questi poteri si manifestavano in modo incontrollato: piccoli episodi in cui qualcuno che lo aveva trattato ingiustamente subiva una sorte improvvisa, come se la retribuzione del destino fosse intervenuta.
Fu allora che Nemesi si rivelò a lui. Apparve sotto forma di una figura maestosa e severa, spiegandogli che era suo figlio, e che dentro di lui scorreva il sangue della vendetta e dell'equilibrio. Gli rivelò anche che la sua sordità non era una maledizione, ma una sorta di “marchio” che simboleggiava il distacco che i giustizieri devono avere dal mondo degli altri per eseguire la loro missione senza essere influenzati dalle emozioni. Nemesi gli insegnò che il vero potere non stava nella forza bruta o nelle emozioni, ma nella logica fredda e nella giustizia inflessibile.