Toscana
XIX secolo
I sovrani del Granducato
Con l'invasione nel 1799 da parte dell'esercito francese Ferdinando III fu costretto a fuggire a Vienna. Ritornò a Firenze nel 1814 dopo la caduta di Napoleone e il Congresso di Vienna, accolto da grandi festeggiamenti.
Grazie a Ferdinando III la Restaurazione in Toscana fu un esempio per gli altri, poichè fu segnata dalla sua politica di tolleranza. Egli infatti non abrogò le leggi francesi e non licenziò il personale che aveva lavorato per loro.
Iniziò anzi grandi opere di ristrutturazione, realizzando numerose strade, acquedotti e continuò l'opera di bonifica della Maremma e della Valdichiana, fino alla sua morte nel 1824.
A Ferdinando III succedette suo figlio Pietro Leopoldo II che fu molto amato dai toscani per il suo carattere mite e l'atteggiamento informale. Dimostrò di voler essere un sovrano indipendente e di aver voglia di impegnarsi, tanto che ridusse subito la tassa sulla carne.
Si impegnò in nuove opere pubbliche,come l'ampliamento del porto di Livorno, nello sviluppo delle prime attività turistiche e della continuazione della bonifica della Maremma (i Grossetani sono infatti a lui molto affezionati, come ricorda il monumento in suo onore in Piazza Dante).
Pietro Leopoldo II si distinse anche per la sua tolleranza verso intellettuali e artisti perseguitati o no soddisfatti, come Giacomo Leopardi, Alessandro Manzoni, Niccolò Tommaseo, Guerrazzi ed altri.
Egli rimanè al potere fino al 1859 quando fu costretto ad andare in esilio a causa dei tumulti d'indipendenza che erano presenti in tutta Italia.
Quando Pietro Leopoldo abdicò salì virtualmente al trono suo figlio Ferdinando IV. Egli non fu mai realmente incoronato Granduca, rimanendo in carica fino al passaggio della Toscana al Regno d'Italia nel 1860.
Le province del granducato di Toscana alla vigilia del''invasione napoleonica:
Arezzo, Firenze, Grosseto, Livorno, Lucca, Massa Carrara, Pisa, Pistoia, Prato, Siena.