May 16, 2020

Toscana

Fine dei Medici e l'epoca di Lorena

Le guerre europee del Settecento avevano portato in Italia il nuovo dominio di due grandi dinastie: gli Asburgo a Milano e Firenze e i Borboni a Napoli e Parma. Il progetto di ammodernamento della struttura statale che i sovrani perseguivano nei loro paesi, si ripercosse dunque anche nel territorio italiano, influenzando l'opera degli altri monarchi illuminati.

La famiglia dei Lorena governò il Granducato di Toscana dal 1737, anno della morte dell'ultimo Medici (Gian Gastone), fino all'annessione del Granducato al nascente stato d'Italia.

I Lorena sono una famiglia di origine francese e provengono dall'omonima regione della Francia nord-orientale. Fu nel 1589 con il matrimonio tra Ferdinando I de' Medici e Caterina di Lorena, figlia di Carlo III Duca di Lorena, che la storia della Toscana si intreccia con quella di quest'importante famiglia.

Il primo sovrano del Granducato di Toscana fu Francesco Stefano di Lorena (1708 - 1765), conosciuto anche come Francesco II, che salì al potere alla morte di Gian Gastone l'ultimo dei Medici e senza eredi nel 1737.

Dal 1745 l'imperatore del Sacro Romano Impero essendo sposato con Maria Teresa D'Asburgo, figlia dell'imperatore Carlo IV, governò la Toscana da Vienna. Infatti aveva accettato l'incarico di Granduca contro voglia, e preferì la corte viennese, soggiornando a Firenze per soli tre mesi. Delegò il potere ad un consiglio di rappresentanza.

Insieme alla moglie fu il fondatore della dinastia degli Asburgo-Lorena, che resse le redini dell'Austria e degli stati ereditari asburgici sino alla Prima guerra mondiale.

Padre di 16 figli: tra cui i futuri imperatori Giuseppe II e Leopoldo II, le regine Maria Carolina di Napoli Maria Antonietta di Francia, e la duchessa Maria Amalia di Parma.

Alla sua improvvisa morte nel 1765, salì al potere il suo secondogenito Pietro Leopoldo (Leopoldo II). A differenza del padre si stabilì subito a Firenze, da dove governò con una politica illuminata il Granducato di Toscana.

Giunto a Firenze il 13 settembre 1765, Pietro Leopoldo iniziò il venticinquennio di regno. Sovrano di un piccolo Stato, la cui popolazione non superava il milione di abitanti, dotato però di importanza strategica per la prossimità a Roma, alle rotte del Mediterraneo e alle vie di transito per il Nord.

Nutrì sempre un forte senso dinastico considerandosi tanto arciduca asburgico quanto granduca di Toscana, e svolse spesso opera di informazione in funzione della politica imperiale.

Pietro Leopoldo pero' ereditò solo la Toscana e la resse in piena autonomia da Vienna (1765). L'opera di riforma del sovrano fu sostenuta da un folto gruppo di illuministi.

Istituita una Consulta straordinaria per lo studio dei problemi del paese, l'opera di riforma procedette con criteri sistematici e portò, come prima iniziativa, ad un censimento e ad un tentativo di riforma agraria sostenuta dall'Accademia dei Georgofili, fondata nel 1751 come centro di studi sui problemi agrari.

Seconda meta' dell'700

Gli anni del suo governo (1765-1790) furono infatti segnati da grandi riforme in tutti i campi, che resero la Toscana un modello di riformismo in tutta Europa.

Tra le riforme più significative ci fu:

  • la riorganizzazione dell'amministrazione e la pubblicazione del bilancio,
  • la riforma tributaria che rendeva i cittadini uguali,
  • l'abolizione della tortura e della pena di morte, seguendo per primo i principi di Cesare Beccaria (1786, Codice Leopoldino),
  • un'importante opera di bonifica nelle aree paludose della Maremma e Valdichiana, dando nuovi e forti impulsi all'agricoltura e la commercio liberistico costruendo un moderno sistema di comunicazioni stradali,
  • L'ultimo atto del sovrano riformatore, unico per i tempi, prima di lasciare il regno per cingere la corona imperiale, fu di rendere pubblico il bilancio dello Stato per mezzo della stampa.

Pietro Leopoldo fu quindi un sovrano illuminato e un illustre mecenate. Fondò infatti molti musei, accademie e scuole, tra le quali l'Accademia dei Georgofili e rinnovando le università di Pisa e Siena.

Quando nel 1790 Pietro Leopoldo ereditò la corona asburgica, in seguito alla morte del fratello Giuseppe II, lasciò il titolo di Granduca di Toscana al figlio Ferdinando III. Salì al potere in un momento storico particolarmente turbolento - siamo infatti in piena Rivoluzione Francese - e cercò di seguire la politica del padre, tentando di limitare gli eccessi della Rivoluzione Francese, soprattutto in ambito religioso.

In politica estera cercò di mantenere una posizione neutrale, che non servì ad evitare l'invasione nel 1799 da parte dell'esercito francese, che lo costrinse a fuggire a Vienna.

Quando anch'egli diventò imperatore nel 1790, salì al potere suo figlio Ferdinando III, che dovette abbandonare il potere durante l'occupazione francese per tornare dopo il Congresso di Vienna nel 1815.

L'ultimo Lorena fu Pietro Leopoldo II, che regnò fino al 1859, quando dovette abdicare per l'annessione del Granducato di Toscana all'Italia.

I Lorena, così come i Medici, ebbero un ruolo molto importante per la crescita e lo sviluppo della Toscana. Molti infatti i personaggi illustri di questa famiglia che hanno contribuito a rendere questa regione quella che è oggi. Furono grandi mecenati e politici illuminati che si circondarono dei migliori artisti, architetti e scienziati del loro tempo.

Interessante:

  • Il Codice leopoldino portò il Granducato di Toscana ad essere il primo Stato nella storia ad abolire formalmente la pena di morte.
  • Consiglio di leggere "La storia della mia vita" di Giacomo Casanova in cui l'autore descrive l'atmosfera toscana nella seconda meta' dell'700.
  • "Sulle orme di Casanova nel Granducato di Toscana". Авторы: Stefano Feroci
  • Caffe dell'Ussero a Pisa esiste dal 1775 fino ad oggi. E' il terzo caffe piu' antico d'Italia,
  • Cesare Beccaria (1738-1794), giurista italiano, illuminista, autore del trattato Dei delitti e delle pene (1764), contro la tortura e la pena di morte.
  • La Porcellana Ginori a Doccia è stata una delle più prestigiose manifatture di porcellana europea. Nasce per volontà del marchese Carlo Ginori nel 1737, in una villa di sua proprietà a Doccia (vicino a Fienze).

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