Sapevo com’era fatto Mike, ma devo ammettere che si superò quella sera. L’ingresso della vecchia libreria si trovava incastonato fra un supermercato e una pasticceria verso la fine di SouthStreet. Sebbene il corridoio iniziale fosse stretto, lo spazio che si apriva oltre mi era sempre sembrato infinito. Di certo era enorme, ma lo stato di abbandono in cui versava lo aveva reso spettrale e buio, come se davvero non avesse confini. “Mike, Mike… ma che mi combini” dissi più tra me e me. Gli alti scaffali e i corridoi che essi formavano erano ancora lì, forse un po’ storti e disallineati, ma ancora maestosi. Su ogni mensola o ripiano delle strisce luminose contribuivano a creare l’atmosfera di un rave party illegale. Al centro della...